“Questi continui attacchi alle infrastrutture critiche stanno mettendo a rischio vite umane, peggiorando la crisi umanitaria e violando i diritti umani fondamentali”, ha affermato Radhouane Nouicer, l’esperto designato sulla situazione dei diritti umani in Sudan, nominato dall’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite. OHCHR.
Tra i siti presi di mira figurano la principale sottostazione elettrica della città e gli impianti di stoccaggio di carburante e gas, che hanno causato diffuse interruzioni di corrente e limitato l'accesso a cibo, acqua e assistenza sanitaria. Alcuni scioperi hanno colpito aree densamente popolate, costringendo i residenti a lasciare le proprie abitazioni.
"È devastante vedere la continua distruzione delle infrastrutture e dei servizi sociali in Sudan", ha aggiunto il signor Nouicer.
Una volta una linea di vita, ora un bersaglio
Dallo scoppio della guerra civile nell'aprile 2023, Port Sudan è stato un punto di accesso fondamentale per gli aiuti umanitari. Il conflitto ha causato oltre 18,000 vittime, 13 milioni di sfollati e 30.4 milioni di persone hanno bisogno di assistenza.
Questa ancora di salvezza è stata minacciata. Un attacco con drone all'aeroporto di Port Sudan ha costretto le Nazioni Unite a sospendere temporaneamente i voli umanitari e gli spostamenti del personale umanitario.
Guterres chiede un'azione coordinata
Al vertice della Lega degli Stati Arabi tenutosi in Iraq nel fine settimana, le Nazioni Unite Segretario Generale António Guterres ha chiesto un rinnovato impegno internazionale per porre fine alla violenza in Sudan.
"Sono necessari urgenti sforzi multilaterali per porre fine alla spaventosa violenza, alla carestia e agli sfollamenti di massa", ha affermato.
Il segretario generale delle Nazioni Unite ha incontrato anche i leader dell'Unione Africana e della Lega Araba per discutere le modalità per garantire un accesso umanitario senza restrizioni e lavorare verso un "cessate il fuoco duraturo e globale".
Attacchi in escalation
Port Sudan non è il solo caso. Attacchi simili sono stati segnalati negli stati del Nilo Settentrionale e del Nilo Bianco, dove le centrali elettriche sarebbero state prese di mira dalle milizie delle Rapid Support Forces (RSF), impegnate in una brutale guerra civile per il controllo del Sudan.
Il signor Nouicer ha definito questi attacchi una “grave escalation” con “implicazioni allarmanti” per la protezione dei civili.
Ha esortato tutte le parti a smettere di prendere di mira siti civili, in conformità con il diritto internazionale.
"Le infrastrutture civili sono protette dal diritto internazionale e non devono mai essere un bersaglio", ha affermato.